Adesso continua a catechizzare, ma con la chitarra al collo, annuncia Gesù Cristo negli show musicali. E gli introiti dei concerti vanno tutti in beneficenza. Un carisma diventato mito, quello di «Donpa», la Curia di Padova ha deciso di ritagliare per lui un ruolo innovativo. Così don Giovanni Brusegan, delegato vescovile, spiegava già qualche tempo fa che «i preti moderni, creativi, non vanno lasciati soli, hanno doti particolari, da valorizzare. Invece della gestione di una parrocchia è giusto che possano coltivare i doni che li caratterizzano». Via libera quindi all’evangelizzazione in musica, anche se la Curia di Padova da sempre preferisce non alimentare i protagonismi. E quindi anche in questo caso è sottinteso che il personaggio non prevalga sul messaggio di Dio. Don Paolo Spoladore canta, produce dischi e libri, organizza concerti più affollati di quelli delle rock star. Tre date di fila «sold out» con settimane di anticipo, come a Bassano, in Veneto non le hanno fatte neppure big musicali del calibro di Neil Young, Baglioni, Raf o Negrita. A Bassano «Donpa» sarà sul palco con «Shiloh», titolo del nuovo disco, ispirato a un termine ebraico che significa «Il principe della pace», primo nome con cui nella Bibbia viene profetizzato Gesù.
Dieci anni di ricerca e viaggi nelle biblioteche di tutto il mondo – fanno sapere dal suo staff – e due anni di pre-produzione in studio con la collaborazione del sound designer Peter Schmidt e dell’orchestra sinfonica di Los Angeles arrangiata da David Campbell, insomma un impegno di peso, il cd riporta in luce da greco, ebraico e aramaico le antiche preghiere del Vangelo. Nessuna frattura con il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo. E’ lo stesso don Paolo Spoladore in un intervista di qualche tempo fa a confermarlo: «Quello che sto facendo è in comune accordo con il mio vescovo, sempre al servizio della diocesi e di tutta la chiesa». La scelta di divulgare la parola del Signore in musica, il sacerdote-cantautore la spiega con chiarezza: «Da sempre la parola di Dio entra nel cuore della gente con la musica. Il popolo ebreo con la preghiera e il canto dei salmi trasmetteva la sua stessa storia e quella di Dio. Il grande re Davide era chiamato il re cantore, non solo perchè ha composto la maggioranza dei salmi, ma anche perchè si svegliava di notte e svegliava tutta Gerusalemme perchè cantasse con lui. Così era per i primi cristiani, la parola del Signore da sempre è trasmessa e vissuta attraverso il canto e la musica, la liturgia, la lode».
Il talento per la musica ha portato il prete padovano a fondare negli anni ’80 la «Usiogope» (in swahili significa «non temere») che produce i suoi dischi e libri e organizza i concerti, ma anche corsi di comunicazione, tecniche di rilassamento e spiritualità. E pure i corsi, che si tengono al Centro Usiogope di Santa Maria di Sala (Ve), «dedicati alla conoscenza e allo sviluppo di strumenti adatti a comunicare meglio con se stessi, con gli altri e con la vita », sono presi d’assalto: c’è la coda per un colloquio con don Spoladore. Perfino su Wikipedia l’attività di don Paolo Spoladore è definita: «Genere rock-pop-canto devozionale». Si legge: «Da molti anni alterna l’attività religiosa a quella di cantautore di brani ispirati a Bibbia e vangelo. Versioni di preghiere cristiane reinterpretate in chiave moderna, tra le più famose: il padre Nostro, l’Ave Maria, il Magnificat, il Cantico della creature». Da poco don Spoladore ha pubblicato un nuovo libro «Felice Via», riflessioni sul Vangelo.